Gennaro Colafelice - Poesie

Avemmaria del giorno

Ormai sparite l'ombre della notte
s'ode un richiamo:
il dolce suono dell'avemmaria
dalla chiesetta.
La campanella è stanca d'annunziare
il divin Verbo
ai sordi e ciechi che non san sentire,
ai miscredenti,
che tardano a veder la dolce croce.
Ave Maria!
E' un dolce richiamar le tristi pene
del Redentore.
Piange quel suono e invitaci a pregare,
vibra nell'aria
e spronaci a lasciare il dolce letto:
Alzati, o uomo,
che tante volte, folle, ti figuri
un vivere felice e senza ambasce.
Vivi la vita,
e affronta con coraggio i tuoi dolori
che Dio ti manda a renderti cristiano.
Figlio di Dio,
guarda nei tuoi dolori la tua croce
che Dio ti manda a guadagnare il Cielo,
la dolce Croce
che Cristo accolse con rassegnazione.
Piange quel suono,
mentre conforta i cuori tormentati
ch'hanno la fede.
Chiariscesi la nebbia mattutina
e ancor rintocca,
e ancora chiama ad affrontar la vita.
Non disdegniamo,
o uomini di Cristo, le avventure:
guardiamo il Cielo,
ed affrontiam la vita con la fede.
O prima o poi,
raggiungerem la meta che ci attende,
l'ultima meta,
in cui si placa in cuore la paura.
L'avemmaria
è dolce tromba pel cristian guerriero,
che col sorriso
vince le pene ed è felice in cuore.
Ave Maria
tu donaci la forza, o Santa Madre,
per atteggiare
il nostro cuore al celestial sorriso.
Chi crede in Dio
gode la vita appieno nella gioia,
e nell'ambascia, che, come tormenta,
al sol s'alterna,
e viene in cuore ad innalzarci al Cielo.

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