Gennaro Colafelice - Poesie
L'altalena del ciliegio
Il mio cuor s'è sollevato
al tramonto d'un bel dì
in cui maggio d'un bel velo
il celeste ciel coprì.
Sono andato in un giardino
di campagna silenzioso,
ove s'ode il passerino
che cinguetta pretensioso:
c'eran rose piccolette,
sulla siepe, numerose
con la salvia, la mentuccia,
rosmarino ed altre cose.
Sono andato difilato
fino in fondo al bel giardino
dove un giovane ciliegio
m'ha invitato con inchino:
- Sali pure tra i miei rami
ché ho imbandito un bel banchetto
di ciliegie piccoline
che arricchiscono il mio tetto.
Tra le foglie e i dolci frutti
giocheremo all'altalena,
dondolati dalla forza
di zefiro che mi mena.
- Ti ringrazio, bel ciliegio, -
gli rispondo ormai sognando
- un po' scomodo, sicuro!
tu mi appari anche oggi quando
sì simpatico tu sei
così ornato di rubini
che fan spicco tra il bel verde
come bei campanellini;
ma io sogno questo mondo
che il Signore ci ha donato,
e non voglio per pigrizia
apparirti un uomo ingrato -.
Così detto, mi avventuro
tra le braccia del ciliegio,
che m'accoglie nel suo regno
ritenuto senza pregio.
E lo zefiro ci mena...
e abbracciati ci lasciamo
dondolar come altalena:
oh che pregio dondolar!
Io mi beo nel dondolio
del gentile mio ciliegio
che mi dona ormai l'oblio
della noia che mi opprime:
- dondolì e dondolà -
io mi stendo sulle cime
- dondolì e dondolà -
sento zefiro spirar;
e mangiando i dolci frutti
sento intorno palpitare
di letizia il bel ciliegio
che mi volle sì ospitare,
sento il fresco delle foglie
che più ossigeno mi dànno,
di natura le carezze
che il mio cuor felice fanno.
E' così che sono stato
di un ciliegio tra le braccia,
nel giardino ove nessuna
della noia resta traccia.
E' così che ho dondolato,
come un dì quando bambino
su una trave o su una fune
m'innalzavo birichino.
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